lunedì 22 dicembre 2014

LE CORRENTI DEL FANTASY - Il Fantasy classico ed eroico (2/2)

"La fantasia è una forza della natura.
Non basta questo a riempire un uomo di estasi?
Fantasia, fantasia, fantasia."

(Saul Bellow, Il re della pioggia)


Art by Sandara

Comprenderete anche voi, specie dopo aver esplorato le origini della narrativa fantastica, come sia difficile fornire una definizione chiara ed essenziale del Fantasy senza tralasciare elementi giudicati importanti dall'uno o dall'altro.
Limitiamoci, solo per un istante, a considerarlo come una versione moderna del genere epico e mitologico. Come le leggende e le avventure dalle quali ha tratto spunto, però, anche questo genere ha subito una notevole evoluzione che lo ha portato a espandersi non solo in tutte le possibili forme (cinema, fumetti, oggettistica, giochi di ruolo, videogiochi, albi illustrati) ma anche in una serie di correnti letterarie le cui differenze sono spesso – quantomeno agli occhi di un lettore comune – minime.

Quelle che prenderemo in considerazione – e in certi casi accorperemo, per facilitarne la comprensione – sono frutto di una selezione di chi scrive. Per un approfondimento ancora più completo sarà sufficiente navigare in una delle enciclopedie più vaste e celebri del web, Wikipedia, dove alla voce “Fantasy” i sottogeneri fantastici sono stati categorizzati in tutti i loro dettagli e le loro sfumature.

Alfonso Zarbo

Fantasy classico ed eroico: seconda parte

Nella prima parte dell'approfondimento abbiamo visto come, dopo la spinta orrorifica di Howard Phillips Lovecraft e l'eroicità di Robert Ervin Howard, il testimone passi in seguito a John Ronald Reuel Tolkien e Clive Staples Lewis.

Ma come si può riconoscere il Fantasy classico rispetto a quello eroico? Gianfranco Manfredi spiega che nel Fantasy classico è di fondamentale importanza la ricerca di un oggetto sacro, miracoloso e magico (l'Anello del potere, certo, ma anche il Santo Graal, il Vello d’oro, ecc.). Il tortuoso cammino alla ricerca di questo oggetto è anche un percorso spirituale, nel corso del quale il cercatore non si limita a sfruttare le sue abilità, ma le affina; non è virtuoso fin dal principio, ma migliora per diventare degno del proprio scopo. Spesso si tratta di un individuo comune che nel corso dell'avventura incontra personaggi con il suo stesso interesse. La ricerca diventa così collettiva; e se il male è rappresentato come forza oscura e tirannica, a fargli da contrasto è quasi sempre una comunità degli “ultimi e degli esclusi”.

Sono stati in molti a percorrere la stessa strada di Tolkien: “Quando esplose la popolarità del Signore degli Anelli, negli anni Sessanta e nei primi anni Settanta” spiega l'opinionista Gabe Chouinard, “nessuno sapeva bene cosa fare. Si trattava di un fenomeno di culto basato su una trilogia di romanzi assolutamente differenti da tutto il resto, e gli editori non sapevano come trasformare in denaro questa popolarità. Iniziarono ad apparire riedizioni di lavori trascurati da tempo: Edgar Rice Burroughs, Robert Ervin Howard, Eric Rücker Eddison. Furono tutti divorati dal pubblico che aveva letto Tolkien e ne voleva ancora, ancora, ancora”.

Dovranno aspettare fino al 1977, con La spada di Shannara, di Terry Brooks (ed è interessante sapere che, proprio in questo periodo, MTV si sta dando da fare per adattare questo ciclo fantasy in serie TV). Elfi, nani, uomini, Mortombre, un misterioso druido e una terra fantastica strappata dallo stesso tessuto della Terra di Mezzo. È esattamente ciò che desideravano i lettori e che ha continuato a prosperare a lungo nelle opere di David Eddings, tra i primi a sfruttare l’archetipo del ragazzo qualsiasi che si trasforma in salvatore del mondo.


Anche se molto affezionati al genere, siamo d'accordo con Chouinard quando sostiene che “non è mai stato creato nel Fantasy classico un altro mondo che potesse rivaleggiare con la Terra di Mezzo per originalità, ampiezza o individualità. Anche se probabilmente la cosa non è stata intenzionale, ogni mondo creato finora non è altro che una pallida, debole ombra della Terra di Mezzo.”

Questo non significa che non esistano romanzi validi di appartenenza al genere. Si tratta delle opere appartenenti a quegli autori in grado di seguire lo spirito di Tolkien più che le sue orme, puntando sulla capacità di sorprendere, di rielaborare e di padroneggiare uno stile proprio, senza abbandonare per questo il tanto apprezzato Fantasy di “vecchio stampo”.


Drizzt Do'Urden di R.A. Salvatore
E se Herbie Brennan e Terry Pratchett ci hanno sorpreso con i loro romanzi umoristici, autori come Markus Heitz, Bernhard Hennen, Stan Nicholls e R.A. Salvatore hanno preferito concentrarsi su una razza peculiare del Fantasy classico, tra nani, elfi, orchi e drow (elfi scuri, dai capelli bianchi e dalla pelle nera come l'ebano). Christopher Paolini e Licia Troisi danno ampio risalto ai cavalieri di draghi e ci catapultano in un mondo dove si respira ancora il fascino della Terra di Mezzo. Si tratta di universi con un'ampiezza tale da offrire tutte le possibili occasioni all'avventura, con una geografia inverosimile che accumula ogni genere di paesaggi dentro uno spazio completamente racchiuso in una mappa: foreste, paludi, deserti assolati, ghiacciai, lande nebbiose e cunicoli sotterranei. Megalopoli labirintiche si alternano a villaggi di capanne, città portuali e rocche fortificate.

È impossibile dimenticare Alan D. Altieri, David Gemmell, Robert Jordan, Michael Moorcock e, ovviamente, George R.R. Martin quando si pone l'attenzione alla frangia più cruda e realistica del filone letterario. Spesso si tratta di un Fantasy più vicino al romanzo storico, senza elfi e nani, a favore di una più vivida rappresentazione della realtà fantastica narrata. Al fianco di Joe AbercrombieMariangela Cerrino, Steven Erickson, Robin Hobb, Wolfgang Hohlbein, Mark Lawrence e Andrzej Sapkowski, sono tutti autori che hanno offerto un approccio più maturo al genere.

Immancabili, così come per la letteratura delle origini, le trasposizioni cinematografiche sul grande e piccolo schermo delle opere di Fantasy classico ed eroico. E non senza suscitare, in alcuni casi, la disapprovazione da parte degli autori stessi. Diceva Michael Ende, dopo la prima della Storia Infinita: “Auguro la peste ai produttori. Mi hanno ingannato: quello che mi hanno fatto è una sozzura a livello umano, un tradimento a quello artistico”.




Difficile definire quali possano essere considerati a tutti gli effetti film Fantasy e quali no: la storia ha attinto così tante volte dalle leggende che anche produzioni come King Arthur, L'ultima Legione, Troy e molti altre si immergono in un mondo al confine tra la vero-somiglianza e l'immaginazione, unendosi alle file di Conan il Barbaro, Highlander, Lady Hawke, Il re Scorpione, Solomon Kane, John Carter, A game of thrones e, naturalmente, delle trilogie legate a Il Signore degli Anelli e a Lo Hobbit.

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LE ORIGINI DEL FANTASY - 5. L'epica medievale

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Biografia

Alfonso Zarbo si occupa di narrativa fantastica dal 2009. Appassionato di storia, musica metal e serie TV, collabora con Fantasy Magazine ed è stato curatore di antologie e romanzi per la piccola editoria. Ora gestisce il blog e i social network della collana Chrysalide per Mondadori Ragazzi e lavora come consulente sul Trono di spade per la redazione Oscar Mondadori.

alfonsozarbowriter.blogspot.it

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