martedì 21 febbraio 2012

WRITE AND FIGHT! Intervista n. 2: Ray Anthony Treays

Write and fight! è la rubrica dedicata agli artisti esordienti ed emergenti italiani con i quali ho avuto il piacere di collaborare. La seconda intervista è dedicata all’autore di Toby Rice e La Cappella Oscura (Nocturna, 2012), Ray Anthony Treays, giornalista italiano che alterna la sua vita tra l’Italia e York, in Inghilterra.

Scott Adkins in Undisputed III
RAY ANTHONY TREAYS, FANTASY E MISTERO IN UN’INGHILTERRA DALL’ATMOSFERA GOTICA

Benvenuto! Com'è nata la tua passione per la scrittura? E perché ti sei cimentato nella narrativa fantastica?

È nata all'Università, secondo o terzo anno, non ricordo esattamente. Ero a letto con una brutta influenza. Pochi giorni prima avevo preso in prestito dalla biblioteca Harry Potter e il prigioniero di Azkaban. Il film mi era piaciuto, ma non pensavo che i libri mi avrebbero appassionato. È successo il contrario: ho letto i primi tre nel giro di pochi giorni e poi ho aspettato gli altri. Ero impressionato dalla capacità della Rowling di tenere il lettore appiccicato alla pagina, dalla sua bravura nel creare una storia che non lasciava scampo. Mi sono detto: voglio provarci anch’io. Da lì è cominciata una strada tutta in salita. Perché il fantasy? Studiavo economia; forse, inconsapevolmente, avevo bisogno di staccare ogni tanto da una materia che non lascia spazio all'immaginazione.

QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?

Stephen King e Philip Pullman. E poi altri nomi che non hanno nulla a che fare con il fantasy: Michael Cunningham, Dave Eggers, Chuck Palahniuk, Zadie Smith.

QUALI DETTAGLI PENSI DI AVERE CURATO DI PIÙ NELLA TRAMA E NELLE SCENE DEL LIBRO?

Sono convinto di aver fatto un buon lavoro sulla caratterizzazione del protagonista. Scene del libro? Il primo agguato alla vita di Toby, il protagonista. Il risultato mi ha soddisfatto, ma sono impazzito a scrivere quelle scene.


Il grande orologio nella stazione di York
DA COSA HAI TRATTO ISPIRAZIONE PER SCRIVERE TOBY RICE E LA CAPPELLA OSCURA? E COME MAI LO HAI AMBIENTATO PROPRIO A YORK?

Prima dai film, dai telefilm e dai libri letti, poi dai miei viaggi. Non so di preciso perché ho puntato proprio su York; probabilmente mi ha sempre affascinato come città.

IL TUO È UNO STILE MOLTO PARTICOLARE, SCORREVOLE, IRONICO E DI FACILE COMPRENSIONE, ADATTO QUINDI SIA AI PIÙ GIOVANI CHE AGLI ADULTI. SI TRATTA DI UNA SCELTA VOLUTA?

Copertina di Stefano Baldo 
In parte. All'inizio la mia scrittura era involuta, i periodi lunghi. Poi mi sono detto: così non funziona. C'è voluto molto tempo per cambiare strada. Lo stile che ne è risultato era da una parte voluto, dall'altra imposto. Scrivere semplice è sempre meglio che scrivere “difficile”. Ma, paradossalmente, è più complicato.

RICORDIAMO CHE IL ROMANZO SI È CLASSIFICATO TRA I FINALISTI DEL PREMIO ODISSEA 2010. VUOI PARLARCI DI QUESTA ESPERIENZA?

Sono sincero: il libro vincitore non mi è piaciuto per niente. Vuoi un parere da lettore? Era illeggibile, l'ho mollato dopo venti pagine. Ho sempre avuto l'impressione che Toby Rice non avesse vinto perché era troppo lungo.

SE TI CHIEDESSERO DI RIASSUMERE IL TUO LAVORO IN POCHE RIGHE, CHE RISPONDERESTI?


Toby Rice è un progetto. Quando ho finito di scriverlo mi dicevo: forse non sarò in grado di lanciare una start-up, ma questo libro è la prova che posso creare qualcosa. Era una dimostrazione nei confronti di me stesso.

CHE PROGETTI HAI PER IL FUTURO?

Sto per diventare giornalista professionista. L'idea è quella di vivere di sola scrittura. Follia? Forse no. Poi vorrei far tradurre Toby Rice e proporlo a qualche agente letterario in Inghilterra. Follia? Forse sì. Ma ci si prova.

RINGRAZIO RAY ANTHONY TREAYS PER L'INTERVISTA. RICORDO CHE TOBY RICE E LA CAPPELLA OSCURA USCIRA' NELLE LIBRERIE il 27 FEBBRAIO AL PREZZO DI 18,00 €, MA E' POSSIBILE ACQUISTARLO IN PREVENDITA SU EDITRICE GDS A 12,00 € FINO ALLA DATA DELL'USCITA. 


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